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Effetto Boomerang. Riflessioni su guerra, terrorismo, islam e libertà di espressione

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Chi ha creato Al Qaeda e utilizzato Daesh? Cosa non ci hanno detto sul caso Charlie Hebdo ? Quali sono le responsabilità dei politici e dei media in questi drammi  che esacerbano il razzismo e lo “scontro di civiltà” ?

 La falsa promessa « meno guerre, meno colpi di stato » annunciata da Trump in piena campagna elettorale non trova spazio nel quadro geopolitico attuale che fa del terrorismo lo strumento principale della politica estera statunitense.

 Noto analista delle strategie imperialiste e della disinformazione mediatica, Michel Collon fa luce sul dossier del terrorismo come arma segreta per annientare i paesi che danno fastidio. Operazione Bin Laden in Afghanistan, e poi Bosnia, Kosovo, Caucaso, Iraq, Libia, Siria …

 

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15,00 €

Résumé

Gennaio 2015 : due France opposte. Da una parte i “Je suis Charlie” che manifestano “per la libertà d’espressione” (che sfortuna, si ritrovano al fianco di Benjamin Netanyahu e qualche emiro del Golfo !). Dall’altra parte, i “Je ne suis pas Charlie” che restano nascosti nelle banlieues. Per il semplice fatto di essere musulmani sono sospettati di simpatizzare con i terroristi. I due gruppi si informano su media diversi. E non si parlano. Come si spiega una divisione così netta ?

È un problema puramente francese ? No. Da allora, altri paesi sono stati colpiti da attentati. Era prevedibile, ma non c’è stato alcun dibattito. Ecco perché all’indomani dei primi attentati di Parigi ho scritto questo libro. E sono convinto che resti attuale. Altri paesi saranno colpiti. Fino a quando non si affronteranno le cause profonde, il problema del terrorismo non potrà essere risolto.

In questo libro Effetto boomerang chiariremo il legame tra le multinazionali, le guerre e la produzione di milioni di rifugiati. Faremo anche luce sull’utilità dell’immigrazione per il patronato, e specialmente dell’immigrazione senza diritti, sfruttabile in maniera quasi illimitata.

L’Italia non è al riparo, come non lo è nessun altro paese occidentale. Anche l’Italia vive una crisi economica, politica e morale molto forte. Discriminazioni e razzismo si sviluppano. E quando si ospitano sul proprio suolo basi militari estremamente strategiche per gli interventi militari statunitensi in Medio Oriente, ci si può davvero credere al riparo ?

Non abbiamo che due sole opzioni. Lasciare che questo ciclo infernale di sfruttamento, discriminazione e incitamento alle “guerre di religione” continui, sfociando nella sorveglianza e nella repressione permanente di tutta la società. Oppure lanciamo un ampio dibattito generale – senza esclusive e senza tabù – per analizzare insieme le cause profonde del fenomeno terrorista. Cause sociali, culturali e strategiche.

Ecco la nostra responsabilità verso tutti quelli che rischiano di essere le prossime vittime di questa tragedia.

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